R.I.P. Robin Williams

Robin Williams è morto.
A quanto pare soffriva di depressione, a quanto pare è stato un suicidio, nessuno lo saprà mai sicuramente, se non lui. A volte a tutti noi sembra che quei “divi” che vediamo lì, sullo schermo, su un palco, non abbiano problemi. E ancora di meno se quei divi sono sempre allegri, simpatici, quelli divertenti per antonomasia, come lo era il Signor Williams. Ma purtroppo non è così. Anzi, forse quel mondo è più pericoloso di questo, forse è più facile stare male in quel modo, malgrado il successo, anzi proprio a causa del successo. Gestire tutta quella situazione non è semplice. È come quando i bambini vogliono essere il Presidente degli Stati Uniti e poi da cresciuti cambiano idea, perché, Dio, servono veramente nervi saldi, serve veramente. Ma aldilà di questo, e magari sembra che io mi stia contraddicendo ma il discorso è più profondo di così, aldilà di questo, un attore è un essere umano. Quindi proprio tralasciando il suo “mondo” di riflettori e successo, può soffrire di depressione. Anche se fa il simpatico, anche se ride, non c’è un nesso logico fra le due cose. Sembra un po’ strano anche a me immaginare Robin Williams depresso, ma non dimentichiamoci che recitava. Era bravissimo a recitare. Mi ricordo alla mia accademia, una volta, ci siamo messi a fare un esercizio di analisi dei personaggi, per poterli conoscere a fondo. Io avevo scelto, quella volta, Amleto. E dovevo immaginare Amleto mentre rideva. Quando lo raccontai ad un amico, lui mi rispose:”Ma Amleto che ride? Con tutti i drammi che ha?”. E io ricordo che gli dissi che Amleto non era una maschera, ma una persona. E che quindi nella sua vita aveva avuto o comunque poteva avere un momento di gioia e per conoscere il personaggio trattato come una persona, dovevo anche sapere come rendere un Amleto che rideva. Perché quando reciti, tu impari a conoscere qualcun altro, riscoprendo meglio te stesso. Dobbiamo usare lo stesso principio con le persone, famose o meno. Quindi Robin Williams poteva ridere, ma poteva anche piangere. Esattamente come a me ed a qualsiasi spettatore riusciva a suscitare qualsiasi emozione intensa, così anche lui la provava nella vita. Con quei suoi occhi da bambino, sempre a metà fra la speranza e l'incertezza. Lo sguardo di Robin Williams in ogni suo film ma anche fuori dal set resterà impresso nella mia mente sempre, come lo era prima della sua morte. Il talento di Williams è innegabile e va veramente sottolineato anche se sembra quasi ovvio parlarne, però bisogna ora più che mai. Perché in questo mondo del cinema moderno in cui noto, con rammarico, che si dà tanto spazio non più a quell'unica espressione, al momento, al talento espressivo dell’artista, ma di più agli effetti speciali o a quanto non si noti che siano appunto effetti, Robin Williams per me ha sempre saputo fare la differenza. E non è una cosa che vivo solo io, perché da quando è morto i cuori di tutti si sono un po' agitati, su Facebook ed in generale sul web. Alcuni perché "quando muore gente scrivono robe", altri perché veramente non riescono ad accettare che non possa più darci altro. Siamo tutti egoisti in realtà, rivogliamo le nostre emozioni. Ci sentiamo come se fossero morte.
Robin Williams è morto.
Io vi dico che più vivo di così non è mai stato. Perché le emozioni restano sempre.

Written by Silvia Argento ©

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